Storia di Mauro. Non è mai troppo tardi!

Era l’anno 2008.
Mauro aveva 13 anni, quasi 14 quando l’abbiamo conosciuto.
I suoi genitori erano due manager importanti, che si erano separati quando Mauro era piccolo.

A volte succede di doversi separare per tanti di quei motivi che è impossibile trovare quale sia la causa da raccontare ad una pedagogista la prima volta che la incontri.
Io vidi come stavano in sala d’attesa: lontani, preoccupati di non sfiorarsi nemmeno per sbaglio… uno seduto, l’altra in piedi.
Si accomodarono nel mio ufficio e si sedettero e quando chiesi il cognome ognuno disse il proprio. Ma io intendevo quello del bambino…

Mi raccontarono che Mauro, dopo la separazione, aveva sempre avuto problemi, sia negli anni della scuola Materna, sia poi alle Elementari ed ora alle Medie e temevano che la sua preparazione non fosse sufficiente a superare l’Esame di Stato.
Ascoltai un lungo racconto, che nella versione di ognuno era differente. Mauro era pigro ma intelligente, però non tanto intelligente e non troppo pigro, ma abbastanza furbo, eppure timido, odiava la scuola ma avrebbe potuto amarla, era un pessimo figlio ma molto amato… Non ne uscì un’immagine coerente, non ebbi modo di capire molto di Mauro…
 
La richiesta dei genitori era quella di fornire al figlio delle lezioni individuali per colmare qualche lacuna e preparare gli scritti e l’orale dell’ormai prossimo Esame di Stato di terza media. Era maggio e dissi che avrei valutato le possibilità, non prima di aver visto Mauro e soprattutto osservato le competenze, grazie all’aiuto di due insegnanti che l’avrebbero seguito in équipe con il nostro Centro.

La prima volta che vidi Mauro trovai che fisicamente fosse proprio un mix tra mamma e papà e quando lo guardai negli occhi vidi un semplice ragazzino di 13 anni, un po’ perplesso, per nulla fiducioso, abbastanza preoccupato
Dopo le prime due lezioni, una di Matematica e una di Italiano (grammatica), il parere formulato dagli insegnanti fu chiaro ed abbastanza sconfortante: Mauro non sapeva quasi leggere, né riusciva a scrivere come un ragazzo della sua età e scolarizzazione. Non sapeva eseguire semplici calcoli e non aveva presente le tecniche di calcolo. Non parliamo nemmeno dell’algebra o geometria di terza media.
Eravamo a maggio… come preparare questo ragazzo all’Esame? Come lo vedevano i suoi insegnanti a scuola?

Fu grazie a successivi colloqui con i genitori che scoprii che Mauro, sin dai primi mesi di scuola elementare, aveva manifestato grandissime difficoltà, che erano state (ragionevolmente) attribuite a problemi emotivi. I genitori avevano scelto di trasferire il bambino dalla scuola pubblica alla scuola privata, perché desideravano ascolto e protezione per lui.

L’avevano ottenuta, tuttavia a scapito della didattica: la richiesta scolastica era stata notevolmente abbassata e Mauro era stato sempre promosso. Non era stata svolta un’indagine sugli aspetti cognitivi. In quegli anni in Italia non si parlava ancora di Dislessia: il problema era stato attribuito al vissuto legato alla separazione ed al grave disaccordo tra i genitori.

Per quell’anno, ci limitammo tutti a contenere i danni e Mauro passò l’Esame di Stato per grazia ricevuta.
Io però non ero soddisfatta e dissi ai genitori che sospettavo un Disturbo Specifico dell’Apprendimento sia a carico della lettura che della scrittura e del calcolo, con eventuale Disgrafia.
Spiegai ai genitori che i mancati apprendimenti di base di Mauro si erano sommati con il tempo e che lui non sarebbe stato in grado di affrontare alcun percorso di scuola superiore in quelle condizioni e senza una Diagnosi ed un aiuto specifico.
Sebbene il padre non fosse d’accordo, la mamma capì subito ciò che stavo dicendo e mi disse che proprio in famiglia c’erano altre persone che avevano avuto grandi difficoltà a scuola…

Inviai la famiglia presso un Centro privato perché temevo altrimenti tempi di attesa troppo lunghi e la Diagnosi arrivò presto: Dislessia, Discalculia e Disgrafia di grado severo, con chiusura depressiva e gravi problemi emotivi collegati.

Mauro fu contento di capire perché era sempre stato così difficile andare a scuola ed affrontare qualsiasi prova collegata con l’apprendimento. Scelse una scuola Professionale ad indirizzo alberghiero e grazie alla Diagnosi ebbe da subito un tutor e l’accesso a tutti gli strumenti compensativi e dispensativi. L’abbiamo seguito presso il Centro per i tre anni successivi, per la didattica e l’organizzazione del lavoro, l’avviamento alla comprensione del testo e l’utilizzo degli strumenti informatici. Affrontò anche un percorso di psicoterapia.
Il suo papà ci mise un po’ di tempo ad accettare di non aver mai compreso del tutto i problemi del figlio durante le scuole dell’obbligo, ma per una volta fu d’accordo con la ex moglie sul fatto che aver compreso la situazione fosse stato l’inizio di una nuova vita per tutti.

Oggi Mauro ha 19 anni ed ha terminato le scuole. Sta cercando la sua strada come tutti i ragazzi, sta elaborando molte cose della sua esistenza ma non è più un ragazzo pigro e quasi analfabeta: è un ragazzo dislessico che ha conquistato l’autonomia ed un diploma.